Tunnel risonanza sensoriale

-  Dentro al tunnel -

Oggi è sabato ed è il turno dell’articolo dedicato a tematiche extra-lavorative (professione fumettista) o, meglio, all’angolo di Indigocorallo.
Per fortuna, si tratta di un articolo "leggero" (a livello di impegno, magari l'argomento potrebbe non esserlo per alcuni), perché negli ultimi due giorni non sono stata in forma.
“Leggero”, perché finalmente ho rimosso due punti dalla lista delle attività da realizzare, sezione salute (su questioni che rimandavo dal 2018).

Dopo l'inizio del decadimento psico-fisico che si presenta dopo i 30 anni (che piaccia o meno, esiste), ho deciso di ritagliare una piccola porzione del mio tempo per investirlo in questioni che potrebbero migliorare la mia salute.

Una illustrazione istantanea

Nel tunnel, per la risonanza magnetica:

La mia claustrofobia non ha avuto la meglio. Per fortuna la RM era solo alla testa.
Vedevo la luce e l’ambiente attorno a me, e questo mi bastava per non cadere nel panico.
Immobilità per mezz'ora.
Ho imposto questa immobilità a me stessa.
Una cosa non scontata, ma sono riuscita a gestire tutto.

Una questione di equilibrio:

Mantenere per 30 minuti un certo equilibrio è stato ulteriormente sfiancante (già di base non ero in forma).
Gli stimoli esterni mi hanno messa alla prova.
Il suono ripetitivo del macchinario, intervallato da rumori più forti, era impossibile da ignorare. Suoni che avevano un loro ritmo, e la tentazione di picchiettare con le mani e i piedi, come se fosse una melodia, era difficile da trattenere.
Con la vista periferica vedevo la sagoma del tecnico muoversi dietro il vetro. Anche questo elemento mi spingeva, istintivamente, a cercare di muovermi per vedere cosa stesse facendo.
I muscoli volevano muoversi, ma io, con la mente, cercavo di imporre l’immobilità. Più mi concentravo su questo compito, più i muscoli diventavano rigidi e aumentava la sensazione di non averli sotto controllo. Un circolo vizioso.

Cervello: Non devi muoverti... no... stai ferma con quella gamba, lo so che la vuoi muovere... pensa ad altro...
Cervello: Lo so che stai ascoltando la musica... ehm... il suono ripetitivo del macchinario, e vorresti muovere di nuovo quella gamba.

Ho cercato, dunque, un equilibrio.

Qualche piccolo movimento c’è stato, ma evidentemente è stato impercettibile.

La noia:

Mi stavo annoiando, ma quando penso a qualcosa di intenso, tendo a gesticolare. Mi sono limitata, quindi, a pensare solo a ciò che mi stava attorno. Mi sono concentrata nuovamente sul suono ritmico della macchina, ma poi sono tornati i problemi già discussi.
Un ciclo eterno di 30 minuti.
Trenta minuti faticosissimi nel cercare di tenere tutto in equilibrio.
Come diavolo avevo fatto 20 anni fa a stare ferma senza tutte queste paranoie, non lo so.

Probabilmente ho fatto tabula rasa di quella esperienza.

Un quadro:

Questa volta, oltre alla risonanza magnetica all'encefalo, ho fatto anche l'angio-RM del distretto vascolare intracranico. Non vedo l'ora di vedere il quadro che uscirà fuori.

Prime spunte. L'anno è appena iniziato e i dilemmi da risolvere non sono pochi.

Sono stata brava, ma a quale prezzo...


A presto.

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