Land Of The Lustrous, scolpire una gemma e coglierne la poliedricità

- Land of The Lustrous, una lettura -

Una delle tavole chiave

In questo articolo del sabato dedicato alla rubrica Indigocorallo, voglio parlare di un manga che ho terminato di leggere nel 2024: 

Land of The Lustrous (Houseki no Kuni).

Non sarà una recensione né una critica tecnica, perché non è ciò che mi interessa fare. 

Questa è semplicemente una riflessione personale da lettrice di fumetti.

Da sempre il mondo delle gemme mi affascina, e quando scoprii l’esistenza di un manga con protagoniste delle gemme antropomorfe, non persi tempo a cercare informazioni. 

Purtroppo, all’epoca, il titolo non era ancora disponibile in Italia. Poi, a fine 2019, J-Pop annunciò la pubblicazione dell’edizione italiana, inclusa una Deluxe Edition (il Jewel Box), e non esitai a preordinarlo.

Arrivò fine maggio 2020 ed arrivò anche questo manga, tanto atteso, tra le mie mani.

Foto di archivio, anno 2020


Cartoline 




Un percorso di lettura altalenante:

Nel corso delle pubblicazioni ho acquistato senza indugio i vari volumi man mano che uscivano.

La lettura è andata avanti fino al volume 7-8, la storia non mi dava più stimoli e bloccai la lettura.

In realtà, durante quel periodo, avevo sospeso la lettura dei manga in generale, dedicandomi invece a fumetti occidentali. 

Questa pausa durò più di un anno.

Qualche mese fa, però, mi sono decisa a riprendere in mano il manga e, con mia grande sorpresa, ho divorato gli ultimi quattro volumi in pochissimo tempo.

Ciò è accaduto anche per mio stupore visto che in passato mi ero arenata in una trama che sembrava non offrire più nulla. 

Forse il problema era legato al periodo in cui avevo interrotto, oppure quei volumi centrali sono effettivamente meno incisivi. Fatto sta che, ripresa la lettura, sono rimasta affascinata dal resto della storia (soprattutto dalla sua evoluzione). 

Il protagonista: Phosphophyllite e la trasformazione

Phosphophyllite, il protagonista, rappresenta molto più di un semplice personaggio principale: è il filo conduttore di un viaggio fatto di trasformazioni, sia fisiche che psicologiche.

Non si può negare che Phos esca completamente cambiato da questa lunga avventura. 

All’inizio è una figura anonima, fragile, che fatica a trovare un posto nel mondo. Poi, gradualmente, subisce una crescente trasfigurazione che lo porta ad abbandonare la sua natura originale, lasciando spazio a una serie di personalità diverse che incontriamo nel corso della storia.

Lasciare gradualmente pezzi del proprio corpo è il mantra della storia; abbandonare progressivamente l’iniziale natura è indispensabile per andare avanti.

Ogni versione di Phosphophyllite è unica, tanto che a volte ci si ritrova a provare nostalgia per la sua versione iniziale. 

Ci si chiede: “Chissà come avrebbe reagito, dinanzi a questa situazione, il vecchio Phos?”.

Alla fine, chi è davvero Phosphophyllite?

  • Il Phos fragile e indeciso delle prime pagine? Quello che non è in grado di indirizzare le proprie energie e la propria vita?
  • Il Phos stratega e razionale?
  • Il Phos giustiziere?
  • Il Phosphophyllite completamente sfigurato anche nella sua "anima" (anche se di “ossa” stiamo parlando)?
  • Il Phosphophyllite "umano" o quello divino…
  • Il Phosphophyllite vittima degli eventi o il loro architetto?

Forse il vero protagonista è proprio la trasformazione: un viaggio simbolico che esplora temi come l’identità, il cambiamento e la ricerca di uno scopo.

Questa poliedricità non riguarda solo il protagonista, ma anche la trama stessa, che si evolve in direzioni inaspettate, sorprendendo continuamente il lettore.

A un certo punto ci troveremo (finalmente) immersi in una storia dalle tinte cupe e distopiche e il lettore si chiederà: “Stiamo ancora leggendo un manga che parlava di gemme carine che vanno in accademia e affrontano i Seleniti andando in frantumi ogni volta? 

Parlando di stile:

Dal punto di vista stilistico, ritengo che la sintesi stilistica creata da Haruko Ichikawa per Land Of The Lustrous sia molto gradevole. La gestione del design è un equilibrio tra il minimalismo al punto giusto e cura dei dettagli.

La gestione della composizione e delle ombre è altrettanto gradevole.

Questi elementi, nell’insieme, rendono il manga visivamente accattivante e di facile lettura e lo stile è in perfetta sintonia con le atmosfere eteree e surreali della storia.

Una grande fonte di ispirazione per me.

Se questo fosse il destino dell’essere umano (o di una sua parte) ne sarei felice.

Un finale (quasi) perfetto?

Per quanto mi riguarda, la storia avrebbe potuto concludersi con il volume 12. Sarebbe stato un finale perfetto.

Il nulla.


Pensavo di aver finito, invece...

E invece è previsto un numero 13, probabilmente di troppo (?). 

Quel troppo che rovina.

Aspetterò aprile. 

Nonostante l’incognita riguardo al tredicesimo volume, Land of the Lustrous rimane uno di quei manga che rileggerei più volte per coglierne i dettagli che non ho ancora pienamente percepito.

Tutto ciò è un buon segno.

Voi avete letto Land of The Lustrous?

Cosa ne pensate?

 

A presto. 


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