Storie Vecchie e Apocalissi verdi
- Tornando al 2022 -
Mercoledì è di nuovo
giunto ed è arrivato il momento di pubblicare l'articolo con la tavola.
In questo articolo del mercoledì, vi presento una delle quattro tavole di un
progetto che ho realizzato al secondo anno del corso di fumetto.
Questa volta, oltre al definitivo, vi lascio anche le tavole dello storyboard e
della matita.
Le tavole risalgono al 2022 e sono state realizzate con tecnica tradizionale su
fogli A3.
Fin dagli albori
della mia vita, ho sempre creato storie.
Troppe, direi.
Un eccessivo numero di storie e storielle.
Questa pratica è
iniziata ben prima che imparassi a scrivere, mi bastavano un foglio e dei
pennarelli. Probabilmente ciò è stato influenzato dai “riferimenti culturali
dell’epoca”. Non mi limitavo a disegnare su un foglio, ma da quel disegno
estrapolavo la storia, i personaggi, gli eventi in cui erano coinvolti, seppur
brevi. Proprio come vedevo fare nei cartoni animati che trasmettevano in TV e
nei fumetti che trovavo per casa (magari un giorno parlerò del mio passato e
dei miei “riferimenti culturali”).
La prima storia “vera” che ho ideato, quella suddivisa in atti e capitoli, con
tanto di schede dei personaggi, risale alla seconda media.
Era una storia ambientata su un'isola abitata da creature fantasy di specie
diverse, in cui un determinato gruppo, autodesignatosi come quello giusto,
prevaleva su un altro, “marchiato” dai pregiudizi e dai dogmi privi di
fondamento. Molto attuale, lo era anche all’epoca (infatti mi ispirai a una
determinata dinamica che esiste nel nostro mondo…).
Non so se vedrà mai la luce, ma quella storia è nata.
Dopo quella, ne ideai altre (con la mente di una adolescente/ventenne).
Poi arriva la scuola di fumetto, che smonta tutto e ti fa capire quanto fossero eccessivamente articolate, con un eccesso di eventi (viaggi spazio-temporali e questioni pomposamente filosofiche) e personaggi inutili quelle storie create tanti anni fa.
Ripartire da zero, con una nuova testa e con delle regole.
Perché, alla fine, anche creare storie ha le sue regole.
A trent'anni, inoltre, le storie cambiano… non hai più la pretesa di raccontare
ciò che avevi nella mente di ventenne (vivere per credere).
Sciaguratamente,
tutto ciò che sembrava facile diventa difficile.
Prima di tutto ho appreso (ma non so se ho imparato del tutto) che le proprie
storie vanno guardate anche con un occhio esterno.
Crolla tutto così.
Durante il corso
triennale di fumetto, ovviamente, ho avuto l’occasione di creare un buon numero
di storie (alcune brevi e altre più articolate).
Una di queste l’ho presentata nell’articolo di mercoledì scorso (Artificial Love), una
storia su cui vorrei insistere affinché venga pubblicata.
Oggi, però, è il
turno di un altro fumetto. Questa storia l’ho ideata durante il secondo anno di scuola.
Si tratta di un progetto di quattro pagine: Apocalisse Verde.
In breve:
"In un laboratorio segreto, un gruppo di scienziati realizza un ambizioso esperimento: unire neuroscienze e botanica per creare una pianta antropomorfa, destinata a rivoluzionare la scienza e l'umanità. Ma quando la pianta prende vita, il suo risveglio porta alla distruzione del laboratorio e all'inizio di un'apocalisse vegetale. Le sue spore infettano il mondo, trasformando le piante in mutanti e gli esseri umani in zombie, schiavi delle forze vegetali. È l'inizio del dominio del regno vegetale su quello animale."Questi sono i fatti narrati in queste quattro pagine.
Ho pensato di estendere la storia (le quattro pagine rappresenterebbero solo la parte del primo atto) e di presentarla, in futuro, a un editore (quale? Non ne ho idea). Ho già un documento con la scaletta e la descrizione dei tre atti, chissà se vedrà uno sviluppo tutto ciò.
Se dovessi
presentare questa storia a un editore, ovviamente, la ridisegnerei da zero.
Non è facile capire il potenziale di una propria storia.
A presto.
![]() |
Apocalisse Verde, pagina 2, definitivo, anno 2022 |
![]() |
Apocalisse Verde, pagina 2, storyboard, anno 2022 |
![]() |
Apocalisse Verde, pagina 2, matita, anno 2022 |
Commenti
Posta un commento