Come cambia il modo di narrare: anche le storie invecchiano
- Nessuno è immune all'inesorabile passare del tempo -
Mi rendo conto che, negli ultimi anni, mi sono fossilizzata nel
proporre alle case editrici i due progetti editoriali che ho sviluppato durante
l’ultimo anno di Scuola di Comics, apportando nel tempo alcune modifiche.
In realtà, ho iniziato a creare storie ben prima di frequentare la
scuola di fumetto. Si tratta principalmente di racconti riconducibili al genere
fantasy, in cui è evidente un'influenza derivante dalla cultura giapponese
degli anni ’90.
Di recente, ho avuto l’occasione di rileggere i miei vecchi
appunti su queste storie e devo ammettere che molte cose sono cambiate nel
tempo. Non è tanto un cambiamento di interessi (le tematiche che mi affascinano
sono le stesse da quando avevo 13 anni), quanto piuttosto un’evoluzione del mio
modo di concepire una storia: come raccontarla e cosa trasmettere attraverso di
essa.
Alcune idee risalgono ai tempi delle scuole medie e non si sono
mai sviluppate del tutto, mentre altre sono nate poco dopo e hanno subito
drastici cambiamenti nel corso degli anni.
Qualche esempio:
L’Isola di Drachos
Questa storia è nata quasi per caso in seconda media, a partire
dal design di creature immaginarie. Ispirata dal mondo Pokémon, inizialmente mi
ero divertita a ideare una serie di creature magiche di varie specie.
Fin qui tutto sembra apparentemente grazioso, ma la trama in
realtà non lo è.
È una storia che parla di emarginazione, guerra e pulizia etnica.
Le vicende, come suggerisce il titolo, si svolgono su un’isola
abitata da diverse specie di creature magiche, organizzate in tribù in un
intreccio di alleanze e conflitti.
Il fulcro della narrazione è lo scontro tra due tribù della specie
dei cani-lupo: una che si considera moralmente superiore e nel giusto, e
l’altra vittima di una mutazione genetica, condannata all’emarginazione e a una
vita precaria.
Questi cani-lupo, oltre ad avere poteri sovrannaturali, possono
evolvere in creature corazzate dalle folte criniere.
Ricordo di aver passato intere ore di lezione a scuola e pomeriggi
interi a creare il design delle creature, tra varie specie di draghi, serpenti
marini, felini e cani.
Superati i 15 anni, non ho più messo mano a questo progetto, ma
conservo ancora il raccoglitore con tutti gli esemplari elaborati.
Non aggiungo ulteriori dettagli.
Specular
Ho abbozzato la prima versione della storia nell’estate del 2006.
Da allora ha subito drastici cambiamenti e probabilmente ne subirà ancora.
Inizialmente doveva essere un romanzo.
La storia è ambientata in un universo narrativo molto vasto, forse
fin troppo, sia nello spazio che nel tempo. Rileggendo i miei vecchi appunti,
ho trovato un mix di viaggi spazio-temporali, epoche storiche differenti, mondi
paralleli e realtà alternative.
Le tematiche principali ruotano attorno al libero arbitrio e al
conflitto tra destino e scelta individuale, il tutto arricchito da trame
politiche, famiglie potenti e morti tragiche (giuro che all’epoca non conoscevo
Game of Thrones, la serie tv ancora non era stata trasmessa).
Come per ogni mia storia elaborata in gioventù, ho sviluppato un
numero eccessivo di personaggi, senza una scaletta dettagliata di tutti gli
eventi. Non so se in futuro dedicherò del tempo a strutturare meglio la trama e
scrivere una sceneggiatura, ma sicuramente serviranno delle revisioni.
Un approccio differente
All’epoca avevo l’abitudine di inserire nelle mie storie concetti
filosofici e tecnici che oggi mi sembrano eccessivi, quasi pretenziosi, e che
probabilmente finivano per appesantire il racconto. Tutto era estremamente
barocco e articolato, come se avessi bisogno di "vomitare" concetti.
Questa esigenza di esprimermi in modo così complesso, oggi, mi
appare infantile e prolissa, oltre che poco incisiva e deleterio per il
lettore.
La lettura Watchmen ha avuto un impatto determinate e ha
contribuito al cambiamento: una narrazione più essenziale, pulita, chiara e
dove ogni tassello torna alla perfezione.
Come un matematico in grado di elaborare una formula pulita e
essenziale per descrivere un fenomeno complesso e articolato.
Come la poesia.
Niente è lasciato al caso. Simbolismo, minimalismo ed eliminazione
del superfluo.
Forse tutto questo è semplicemente una conseguenza dell’avanzare dell’età.
Dai pochi elementi che vi ho fornito, trovate interessanti queste
due storie?
Non credo che le proporrò a degli editori, almeno nel breve
periodo, ma potrei lavorarci e pubblicarle come fumetti su una piattaforma
online.
In ogni caso, questo mese dovrò concentrarmi sulla correzione e
sulla realizzazione delle tavole di prova per i progetti citati all’inizio
dell’articolo, con le loro ennesime modifiche.
Sono più semplici e adatte a un esordio, se mai ci sarà.
A presto.
Direi che hai espresso perfettamente quello che stavo pensando da metà articolo in poi... Storie con un universo narrativo troppo ampio e con concetti troppo profondi è difficile che possano appassionare i lettori...Anch'io faccio fatica ad esprimermi su concetti molto superficiali in qualsiasi modo tenti di esprimermi.
RispondiEliminaIo punterei su disegni belli ma semplici e su una storia leggera ma avvincente. Quando sarai famosa i tuoi lettori apprezzeranno il tuo filosofeggiare ma ora devi farti conoscere! 😜
Sì, anche a scuola di fumetto ci hanno consigliato di essere chiari e di non complicarsi troppo la vita. L'importante è che la storia abbia una sua struttura e coerenza. Per quanto riguarda il farmi conoscere, ci sto provando, ma è molto difficile.
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