Heartbreak Hotel, una fanta-psico tragedia.
- Un effimero luogo sicuro -
Siamo giunti al terzo
appuntamento della rubrica “Chiavi di Lettura”.
Un rapido promemoria sul contenuto di questa rubrica:
“Chiavi
di lettura è una rubrica, pubblicata il sabato, in cui offro
un’analisi molto personale di alcune letture più o meno recenti. Non si tratta
di recensioni tecniche, ma di esplorare l’impatto che la lettura di una
determinata opera ha avuto su di me.”
Di seguito i link per approfondire la natura della rubrica e per recuperare i
precedenti appuntamenti:
- Land Of The Lustrous, scolpire una gemma e coglierne la poliedricità
- Ai limiti dell’umanità, nel mondo dei demoni dormienti – Devilman e Watchmen
Tornando all’argomento di questo articolo…
Era agosto 2024 e Ottavio (il mio gatto) non era più tra noi da poco più di un mese.
Da un po’ avevo intenzione di acquistare quell’opera che mi avrebbe accompagnata durante quelle calde e un po’ surreali giornate estive, ma non ne avevo ancora avuto l’occasione.
Un giorno, per puro caso, trovai questo volumetto dalle sfumature rosa e blu, che era in lista “acquisti” da tempo, su uno scaffale di una piccola libreria. Non esitai a prenderlo.
Ero molto curiosa di
leggerlo e forse è stato il momento migliore per accogliere questa lettura: un
periodo post-scuola di fumetto, momento di smarrimento e precarietà, tra
concorsi di fumetto e, come già accennato, la perdita del mio gatto Ottavio,
esperienza che ha segnato l’estate del 2024.
Non nego che, per darmi sostegno, ho disegnato con questo fumetto aperto
accanto a me: anche se stilisticamente distante da me, mi dava conforto.
Temevo che una lettura apparentemente dalle sfumature teen drama non facesse al
caso mio, io che non ho mai seguito questo genere.
In realtà, dovetti ricredermi già alle prime pagine.
Non solo per questo:
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Mi sono sentita meno sola. |
Mai stucchevole, la storia gioca su un equilibrio tra delicatezza
e drammaticità.
Inoltre, è ambientata in un contesto di illusione e sogno.
Quell’illusione e sogno che, anche se non esiste nella vita reale, ti sputa in
faccia la realtà.
E quando si tratta di dinamiche psicologiche, introspezione e contesti
immaginari, la mia soglia di attenzione sale vertiginosamente. Figuriamoci
quando si manifestano tutte insieme nella medesima opera.
Anche se i protagonisti sono adolescenti e le dinamiche tipiche della loro età,
paure, desideri e debolezze le riconosciamo anche noi, lettori con il doppio
dei loro anni, perché le portiamo dentro da sempre e probabilmente le porteremo
con noi per tutta la vita.
La lettura si trasforma in un viaggio, che alla fine lascia una sensazione di
nostalgia che vorresti colmare, ma la storia è finita.
Forse è meglio così.
Le storie devono finire.
Quale personaggio ti somiglia di più?
Domanda d’obbligo, risposta doverosa:
Da un lato, come Martino (il cui compleanno è un giorno prima del mio),
a volte con quella battuta tagliente, diffidente verso il mondo e un pizzico di
arroganza per proteggersi.
Dall’altro, come Fiona, disillusa, ma con il suo mondo che sta per collassare se non reagirà alla vita come si deve, paralizzata e immobile nel confortevole mondo che si è creata.
Un’identità in conflitto.
Far coesistere queste due “personalità” non è semplice: i due personaggi, prima in conflitto, dovranno comunicare e trovare un punto di contatto per arrivare a una soluzione (non entro nei dettagli per evitare spoiler).
La soluzione è l’equilibrio.
Alla fine, non ci sono colpe.
Ma, d’altronde, non è possibile sottrarsi a ciò che il destino, le coordinate della nostra vita o altre dinamiche ha in serbo per noi.
Consiglio questa
lettura assolutamente, anche a chi non è solito leggere fumetti, proprio grazie
alla scorrevolezza e al coinvolgimento della storia.
Nonostante la
drammaticità dei fatti narrati, la palette di colori è accogliente e lo stile
delicato ed essenziale.
Ebbene, questa è la mia riflessione su Heartbreak Hotel,
di Micol Beltramini
con le illustrazioni di Agnese Innocente.
Voi l’avete letto?
Avete provato le stesse sensazioni?
A presto.
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